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TuttiAllOpera • Leggi argomento - Gli Archi: Violino, Viola, Violoncello, Contrabasso
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Gli Archi: Violino, Viola, Violoncello, Contrabasso

MessaggioInviato: 09/03/2011, 18:16
da Tuttiallopera


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Arnese usato per suonare il violino e altri strumenti a corde (tra cui la viola, il violoncello e il contrabbasso). Nella sua forma moderna, l'archetto consiste in una bacchetta di legno elastico alla quale, da una estremità all'altra, sono sottesi crini di cavallo. Questi sono raccolti da un dado a vite a una delle estremità (nasetto), in modo da poterne regolare la tensione. Inoltre, gli stessi crini vengono ricoperti di pece, così da provocare una frizione al momento del contatto con le corde e permettere quindi a quest'ultime di mettersi in vibrazione. Il suono così ottenuto può variare considerevolmente a seconda della tecnica d'arco impiegata, o mutando la velocità o la pressione effettuata sull'archetto stesso. Il nome archetto deriva dalla forma convessa che l'arnese possedeva in origine, molto simile a un arco da caccia. In Europa, archetti di questo tipo furono in uso fino al XV secolo; a partire dal XVI secolo, i costruttori cominciarono a sperimentare nuove forme diminuendo progressivamente la convessità. Nel XIX secolo, il francese François Tourte elaborò la forma ancor oggi in uso: una bacchetta affusolata incurvata leggermente verso la linea di tensione dei crini, la cui punta è costruita in metallo o in avorio.
Esiste inoltre uno strumento a corda denominato arco musicale: si tratta di una bacchetta flessibile della lunghezza variabile fra gli 0,5 e i 3,00 m, alla quale viene fissata una corda. Per produrre un determinato suono, l'esecutore pizzica la corda con una mano, oppure, al fine di produrre note più lunghe della dominante, diminuisce la lunghezza vibrante della corda con le dita dell'altra mano.




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Strumento musicale a corde sfregate con l'arco, il più importante sia nell'ambito della musica sinfonica sia in quello della musica da camera.
Il violino, che è il più acuto degli strumenti ad arco, è dotato di quattro corde accordate per quinte giuste (sol2 re3 la3 mi4). La sua estensione è compresa tra il sol2 e il sol6. La nota più acuta producibile è il do7. La cassa di risonanza ha una lunghezza variabile tra i 34,9 e i 36,2 cm. Si compone di 75 o 76 pezzi, 20 dei quali posti all'interno della cassa armonica; il fondo è in acero, legno impiegato pure per le fasce laterali, per il manico, il riccio e per il ponticello; la tavola armonica (o coperchio), parte vibrante per eccellenza, è in abete, legno usato inoltre per tutte le altre parti interne (controfasce, tasselli, anima, catena, ecc.). In ebano è costruita la tastiera (su cui si appoggiano le dita della mano sinistra), il capotasto (incollato trasversalmente all'inizio della tastiera), la cordiera, il bottone a cui è legata la cordiera, e le quattro caviglie che permettono l'esatta tensione delle corde. Sulla tavola, ai lati del ponticello, sono intagliate due effe, che consentono l'uscita del suono dalla cassa armonica. Il coperchio e il fondo del violino, più o meno convessi, sono rinforzati ai bordi da un triplice intarsio di filetti. Le corde sono agganciate, a un'estremità, alla cordiera, all'altra, alle caviglie, poste in fondo al manico, che termina in un elegante riccio, chiamato anche voluta o chiocciola. Dalla qualità della vernice e del legno, nonché dalle minime variazioni di spessore e di sagomatura di quest'ultimo, derivano in gran parte i pregi e i difetti acustici del violino. La costruzione di tale strumento richiede un lavoro altamente specializzato, possibile solo dopo anni di esperienza; il legno deve essere invecchiato mediante stagionatura naturale; la vernice è di fondamentale importanza, oltre che per la qualità del suono, anche perché preserva lo strumento dai danni del tempo. Il modo di prepararla e gli ingredienti impiegati costituirono in passato un vero e proprio segreto dei liutai. A seconda del tipo di vernice, il violino presenta un colore che varia dal giallo pallido, ambrato, al bruno-rossiccio. Tra gli antenati del violino furono alcuni strumenti medievali: la ribeca e la viella, più tardi la viola e la lira da braccio. La trasformazione che portò il violino ad assumere la sua forma attuale avvenne però gradatamente, in modo che non si può stabilire una priorità assoluta nella sua costruzione da parte di un liutaio in particolare, ma è solo possibile indicare quelli che furono i suoi primi e maggiori artefici: gli italiani Andrea Amati e Gasparo da Salò, che pare non abbia costruito violini prima del 1574, i quali diedero inizio rispettivamente alle due scuole cremonese e bresciana. Tra i più insigni liutai che vi si ricollegano sono da citare i Guarneri, A. Stradivari, che raggiunse nei suoi strumenti la perfezione per equilibrio delle proporzioni e omogeneità del suono, e, tra i suoi allievi, C. Bergonzi, L. Guadagnini e A. Gagliano. Pure fiorenti furono le contemporanee scuole francese e tirolese rispettivamente rappresentate da J. B. Vuillaume, da J. Stainer e dalla dinastia dei Klotz.
I primi autori di composizioni per violino operanti all'inizio del xvii sec. fanno capo, come pure i primi costruttori dello strumento, alla Lombardia: S. Rossi, B. Marini, C. Farina, G. B. Fontana. Dalla metà del Seicento e nel primo Settecento si segnalarono poi in Italia, oltre a una pleiade di autori-violinisti minori, G. Legrenzi, G. B. Vitali, A. Corelli, G. Torelli, T. Albinoni, A. Vivaldi, G. B. Somis, F. Geminiani, F. M. Veracini, G. Tartini e P. A. Locatelli, che valorizzarono, accanto a quelle prettamente virtuosistiche, le qualità timbriche ed espressive dello strumento, creando contemporaneamente nuove strutture formali (sonata, sinfonia, concerto grosso, concerto solista, ecc.). Tra i massimi esponenti della scuola violinistica francese figurano J.-M. Leclair e, in epoca successiva, R. Kreutzer, P. Baillot, P. Rode, ecc., contemporanei degli italiani Pugnani e Viotti. Un posto a sé occupa in Germania l'opera violinistica di J. S. Bach. Le esperienze violinistiche europee del Settecento confluirono nell'opera dei maestri del classicismo viennese (Haydn, Mozart, Beethoven). Nel xix sec. la tecnica violinistica raggiunse un singolare sviluppo a opera di grandi virtuosi di tutta Europa, quali N. Paganini, H. W. Ernst, H. Vieuxtemps, H. Wieniawski, F. Kreisler. Si aggiunsero nel contempo alla più significativa produzione violinistica i grandi capolavori romantici di Mendelssohn, Schumann, Brahms e quelli dei maggiori maestri del tardo Ottocento e del primo Novecento: Franck, Lalo, Saint-Saëns, Bruch, oltre a opere di Debussy, R. Strauss, Ravel. Anche i più importanti esponenti della musica contemporanea (G. F. Malipiero, Schönberg, Bartók, Stravinskij, Webern, Berg, Prokofiev, Hindemith, Petrassi, Sciostakovic, ecc.) si sono segnalati nell'ambito della musica violinistica con numerose, significative composizioni.



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Termine generico usato nei secc. xv -xviii per indicare un'intera famiglia di strumenti ad arco di diverso formato, che si suddividevano, a seconda delle dimensioni e della posizione in cui venivano tenuti dall'esecutore, in viole da braccio e viole da gamba.
Strumento musicale ad arco, di forma e costruzione simili al violino, ma di dimensioni poco maggiori, con quattro corde accordate una quinta sotto quelle del violino (do2 sol2 re3 la3).
Viola pomposa (o violino pomposo), strumento della famiglia del violino, munito di cinque corde, la cui invenzione fu a lungo, erroneamente, attribuita a Bach. (Ebbe breve voga nella seconda metà del Settecento.)
Dotate solitamente di sei corde accordate per quarte e per terze, le viole, che producevano un suono dolce e pastoso ma fievole, derivarono dall'evoluzione di strumenti ad arco medievali quali la ribeca e la viella e diedero a loro volta origine al violino. Tra le viole da braccio figuravano in Italia, sul finire del xvi sec., la viola soprano o violetta e la viola contralto; tra le viole da gamba, oltre alla viola tenore, il basso di viola e il violone (o arciviola contrabbassa). Nell'antica famiglia delle viole spiccavano inoltre alcuni tipi particolari: la viola bastarda, di dimensioni intermedie tra il basso di viola e la viola tenore (donde il nome), in voga dalla fine del Cinquecento a tutto il xviii sec.; la viola d'amore, caratterizzata dalla presenza di un numero variabile di corde di risonanza in metallo (poste sotto alle normali corde in budello), di timbro dolce e argentino, e particolarmente adatta a passaggi melodici in tempi lenti, tali da consentire alle corde simpatiche di entrare in risonanza; la viola di bordone, detta anche viola baritono, v. baritono.
La cassa armonica della viola moderna presenta una lunghezza variabile dai 38 ai 44,4 cm. Il suo timbro è cupo e molto espressivo e la sua tessitura, onde evitare il suono stridulo della regione sovracuta, risulta assai meno estesa di quella del violino. A differenza di quest'ultimo strumento la viola non ebbe uno sviluppo autonomo né una sua specifica letteratura nel Sei-Settecento, e fu pressoché ignorata in campo solistico. In orchestra, tuttavia, ma in particolare nei complessi da camera, occupa un posto eminente, essendo fondamentale la sua importanza nel quartetto per archi e nelle forme affini (quintetto, sestetto, ecc.). Sono però da segnalare, tra le poche e più significative composizioni per la viola di autori classici e romantici, la Fantasia concertante per violino, viola e orchestra (1778) di Mozart, i concerti di A. Rolla, l'Aroldo in Italia (1834) di Berlioz, i Märchenbilder di R. Schumann; largo impiego ha trovato invece nella letteratura sinfonica e da camera del Novecento, a opera soprattutto di Hindemith.



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Strumento musicale ad arco della famiglia del violino, ma di dimensioni più che doppie rispetto a questo, dotato di quattro corde accordate per quinte: do1sol1 re2 la2.
La lunghezza della cassa armonica del violoncello è solitamente di 75 cm. La forma esteriore e le parti interne di cui si compone sono simili a quelle del violino e della viola, come pure il legno impiegato per la sua costruzione. Lo strumento viene suonato ponendolo fra le ginocchia appoggiato sul suolo mediante un puntale di legno o metallo di altezza regolabile. Data la sua notevole estensione, compresa fra il do1 e il mi5 (e oltre), nella notazione della musica per violoncello ci si serve di tre chiavi: quella di basso per le prime due ottave, quella di tenore per il registro centrale, quella di violino per le due ottave superiori. Il suo timbro è profondo e corposo nel registro grave, caldo e brillante in quello medio, intenso e penetrante in quello acuto. Già costruito dagli Amati e da Gasparo da Salò, ma per lungo tempo impiegato solo nel basso continuo, il violoncello comparve come strumento solista verso la fine del Seicento in composizioni di G. B. Bononcini (figlio), D. Gabrielli, A. Ariosti, ecc. Nei primi decenni del Settecento si ebbero creazioni di eccezionale valore con Bach (6 Suites per violoncello solo, 1720) e con Vivaldi (6 Sonate a violoncello e basso, 1740 circa), mentre nella seconda metà del secolo il maggior impulso alla musica per violoncello fu dato da L. Boccherini, insigne violoncellista e autore di sonate e concerti per violoncello e, in particolare, di composizioni da camera (quartetti e quintetti) nelle quali il violoncello assunse fondamentale importanza. In epoca romantica la letteratura violoncellistica si è arricchita di numerosi concerti (Concerto in la di Schumann) e sonate e anche i più importanti autori del Novecento hanno dedicato a questo strumento impegnative composizioni.



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Strumento musicale a corde e ad arco, a fondo piatto, il più grave della famiglia degli archi.
È attualmente munito di quattro corde, accordate per quarte, partendo dal mi1; una varietà è dotata di una quinta corda che permette di raggiungere il do grave. È notato in chiave di basso, un'ottava sopra i suoni reali. Nel registro acuto e sovracuto si usano le chiavi di tenore e di violino.
Il contrabbasso cominciò a entrare nell'uso nella seconda metà del xvi sec.; tra i primi costruttori sono da ricordare Gasparo da Salò e Nicola Amati. Inizialmente aveva la funzione di rinforzare la parte del basso in orchestra, ma per la possibilità di ottenere effetti cantabili nell'acuto, cupi e drammatici nel grave, poté essere impiegato anche come strumento solista (Serenata notturna in re K. 239 di Mozart, 1776; Sestetto di Boccherini, 1787; Sei sonate di Rossini, 1804, e composizioni di autori moderni: Stravinskij, Ghedini, ecc.). Dal 1925 circa, il contrabbasso è entrato anche nella musica jazz, trattato con la tecnica del pizzicato, escludendo quasi completamente l'uso dell'arco: ha la funzione preminente di assicurare la base armonica all'orchestra e di scandirne il ritmo insieme con la batteria e il pianoforte.

Re: Gli Archi: Violino, Viola, Violoncello, Contrabasso

MessaggioInviato: 14/09/2011, 12:18
da Milù
Segnalo il portale-forum di un liutaio, in cui è possibile seguire la costruzione passopasso di un violino:


la spiegazione dettagliata è accompagnata dalle fotografie ottime, che illustrano il modo di procedere del Liutaio..

es.
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Ecco come si presenta la tavola armonica con la catena incollata, si può apprezzare il leggero disassamento che in questo modo compensa la differenza di larghezza della parte superiore da quella inferiore. La funzione della catena è quella di diffondere le vibrazioni uniformemente in tutta la tavola, oltre quella meccanica di supportare la pressione data dal ponticello. La catena è posta sotto il piedino sinistro del ponticello, ossia quella che riguarda i bassi (Sol e Re). In inglese la catena viene chiamata "bass bar", ma è sorprendente notare come una buona catena sia d'importanza fondamentale anche per la resa degli acuti, oltre che per quella dei bassi.

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Dopo aver terminato il taglio delle EFFE e aver dato alla tavola gli spessori definitivi, si procede con il taglio della catena e successivo incollaggio alla tavola. Questa è un'operazione fondamentale per il suono del futuro strumento nella quale ogni liutaio ha le sue convinzioni e i suoi "segreti". Per quello che mi riguarda, scelgo sempre un pezzo di abete con venatura piuttosto stretta e il più possibile leggero. Le dimensioni della catena sono generalmente di 27cm di lunghezza e 5.5mm di spessore.
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Qui di seguito alcune fasi di finitura del riccio, di scavo della cassetta dei piroli e di sguscia del riccio..
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