Nato a Berna da genitori siciliani, era stato scoperto da Muti in una recita di Tosca nel 2000 alla Scala. Il grande exploit due anni dopo al celebre teatro di New York, quando dovette sostituire due ore prima dell'inizio dello spettacolo il grande tenore emiliano. E fu un trionfo
di FEDERICO CAPITONI
LA MUSICA italiana perde una promessa, in parte già mantenuta, in parte ancora gravida di possibilità. Non ce l'ha fatta a risvegliarsi dal coma Salvatore Licitra. Il grande tenore italiano è morto a soli 43 anni 1, oggi all'ospedale Garibaldi di Catania. Licitra era stato ricoverato in condizioni gravissime Il 27 agosto 2011, in seguito a un incidente in vespa avvenuto durante un soggiorno in Sicilia in cui era giunto per ricevere il Premio Ragusani nel Mondo. Licitra era nato a Berna ma aveva genitori siciliani, originari proprio di Ragusa, e non aveva mai reciso i rapporti con la propria terra.
La sua formazione musicale la ebbe al nord, a Milano prima, poi a Parma dove si specializzò nel repertorio che poi lo avrebbe visto interprete d'eccellenza: le opere di Giuseppe Verdi. Eppure il successo lo doveva a un capolavoro Pucciniano. Licitra era stato scoperto da Muti in una recita di Tosca nel 2000 alla Scala, ma come è avvenuto per tanti nella storia del teatro, il grande exploit - quello della consacrazione - lo fece quando, due anni dopo al Metropolitan di New York, dovette sostituire due ore prima dell'inizio dello spettacolo Pavarotti. Non uno qualsiasi. Ancora una volta l'opera era Tosca e Licitra era alla prova fondamentale della sua vita, il pubblico lo aspettava al varco e il varco era l'aria E lucevan le stelle. Licitra la canta superbamente e riceve quasi un minuto di applausi non appena la porta a termine. Da lì, a 34 anni, la carriera del tenore - cominciata un po' per caso e per nulla precocemente - inizia un viaggio ad alta velocità tanto che Licitra comincia a essere chiamato "nuovo Pavarotti", e quando il cantante modenese muore è inevitabile che sia lui a venirne nominato erede.
Apprezzatissimo dai più grandi direttori d'orchestra, da Daniel Barenboim a Zubin Metha, Licitra lavorava molto all'estero, in America soprattutto, e in Italia con le orchestre e i teatri più prestigiosi. Ci lascia una discografia dedicata soprattutto ai classici dell'opera lirica italiana. Aveva un calendario ricchissimo che lo avrebbe impegnato nei prossimi mesi in giro per il mondo con Turandot, Aida, Ernani. Sarebbe dovuto tornare in Sicilia proprio in settembre per una Norma diretta da Veronesi, interpretata assieme al soprano Maria Guleghina. Un peccato davvero dover soltanto immaginare quali nuovi colori la maturità avrebbe potuto dare a una delle più importanti voci italiane.
(05 settembre 2011)