07/06/2011, 19:04
Brani tratti da "Tristano e Isotta" con: Johanna Meier : Isolde - Rene Kollo : Tristano Hanna Schwarz : Brangania - Matti Salminen : Re Marke dir. Baremboin - Orchestra e Coro del Festival di Bayreuth Regia di Ponnelle -1983 ------- Preludi diretti da Toscanini, Karajan e Metha, con Recital di J. Norman quale Isolde.
I brani selezionati sono:
trama Pdf - [url]http://www.magiadellopera.com/pdf/wagner/10%20-%20Tristano%20e%20Isotta.pdf]Qui[/url]
13/06/2011, 18:30
Mite e calmo
egli sorride,
apre gli occhi
soavemente, –
lo vedete, amici?
Voi potete vederlo?
Sempre più chiaro
com’è raggiante,
e in un bagliore di stelle
alto si solleva?
Non lo vedete?
Come il suo cuore
intrepido s’espande,
e forte e sacro
nel petto si gonfia?
E dalle labbra
amorosamente miti
un dolce alito
si esala soave
Amici! Guardate!
Non lo sentite, non lo vedete?
Odo io sola
questo canto,
che, sublime
e calmo,
piangendo felicità,
tutto dicendo,
mite e rasserenante
risuonando da lui,
penetra in me,
si slancia,
gentilmente echeggiando
tutta m’avvolge?
Questo più chiaro sussurro
che intorno mi fluttua,
sono onde
di brezze soavi,
sono gorghi
di beati vapori?
Se si gonfiano
e intorno a me fremono,
devo aspirare,
devo ascoltare?
Devo assorbire,
affondare?
Con dolcezza nei vapori
effondermi?
Nell’ondeggiante marea,
nell’immenso fragore,
nella palpitante pienezza
del respiro del mondo, –
naufragare,
annegare, –
inconsapevole, –
estrema estasi!
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Questo è il “moto del vivere”: la dinamica della respirazione,la circolarità del flusso sanguigno, la
Dinamica bimotoria cardiaca…
Come il suo cuore
intrepido s’espande,
e forte e sacro
nel petto si gonfia?
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Qual è l’esperienza umana più travolgente? Violetta direbbe “essere amata,amando…follie, follie”
Quando ci si innamora,si percepisce l’oggetto d’amore come “unico” e si ha la netta sensazione che quel modo sia un’esperienza soggettiva che riguarda solo noi ,esperienza da cui gli altri sono giocoforza estranei-esclusi.
E quell’esperienza ingloba/guida sia ciò che facciamo,che ciò che pensiamo:s’espande e travolge….e muta. Ci decuplica la forza-l’energia-la volontà.
Insomma,Isotta non canta il distacco-trascendente….ma il coinvolgimento d’amore che ci rende uniti e ci fa condividere …Almeno io l’ho inquadrata così.
Odo io sola
questo canto,
che, sublime
e calmo,
piangendo felicità,
tutto dicendo,
mite e rasserenante
risuonando da lui,
penetra in me,
si slancia,
gentilmente echeggiando
tutta m’avvolge?
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Questo è invece il “moto della terra o dell’universo” in cui siamo immersi e di cui siamo dipendenti. Noi guidiamo-determiniamo? No.
Possiamo solo regolare-uniformare il nostro vivere alle sue “Leggi”,al suo respiro e pienezza.
Ma ciò è di “QUESTOMONDO” non dell’altro…..perchè dell’altro mondo, tranne Omero prima e Dantedopo,non abbiamo cognizione-testimonianza.
E’ qui ,adesso che ci tocca far i conti.
Nell’ondeggiante marea,
nell’immenso fragore,
nella palpitante pienezza
del respiro del mondo, –
naufragare,
annegare, –
inconsapevole, –
estrema estasi!
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Oltre ai due preludi, orchestralmente splendidi, il finale è secondo me il "meglio wagneriano" riguardo quest'opera.
Nonostante Wagner si muova espellendo il concetto musicale di "Aria chiusa" ma prediliga la fluidità diluita di una sorta di monologo che spesso ripete sè stesso musicalmente,nella scena musicale conclusiva,forse perchè a contrapporsi sono la trascendenza - postmorte e la contingenza - amore...io l'ho letta come : in questa vita, la sola risposta possibile e simile a quanto c'è di trascendente... è farsi coinvolgere-sovrastare dall'amore per il prossimo...che poi questo prenda la forma di amore di coppia o amore universale, è un dettaglio.